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      Il cuore poi non lo vede occhio umano; e se un giorno dan fuori viziose qualità che una fina scaltrezza seppe celare per anni, altro non v'è a fare che stringersi nelle spalle, alzar gli occhi al cielo, e dire: ecco un disinganno di più. Quando voi, secondo le vostre parole, riguardavate quel Maestro di musica come uno de' vostri migliori amici, quando lo introducevate presso i vostri parenti, quando lo mettevate al fianco di vostra sorella e di vostra figlia nella persuasione che fosse un galantuomo ed a voi affezionato, quando insomma lo proteggevate (ché questo è veramente un caso di protezione), che facevate voi allora? obbedivate a un sentimento involontario, scaturito da amabili e interessanti apparenze. Ed oggi? Siete ridotta a chiamarlo traditore ed infame, parole che piglian sorgente da ben altro che qualche compatibil leggerezza o difetto. Ma su questo articolo basti. La malattia di vostro cognato è stata creduta per quella che da lui si è asserita.
      Vi augurate che le assidue mie fatiche avran tregua allorché siasi da me dato all'uficio un esatto e ordinato andamento. Ma non andrà a questo modo. I miei travagli procedono dalla stessa macchina che debbo condurre, e non da disordine de' suoi ordigni. L'ordine è già stabilito, e il lavoro dipende dalla quantità e qualità degli affari che tuttogiorno si riproducono. Mi son certamente caricato di un peso non più in proporz[ion]e delle mie forze. Ogni anno ne cresce uno. Ma!
      A quest'ora dovete aver visto la soluz[ion]e di quanto Pirro desiderava dal S.r Ferrieri, benché per verità in parte.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





Maestro Pirro Ferrieri