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      Son vecchio, ed ormai mi è lecito il concedermi simili libertà verso una giovinetta la quale un giorno potrebbe anche darmi la pappa, se la scodella si trovasse fra lei e me.
      Se poi lo schiaffetto lo ricusa per parte mia, dateglielo a contro vostro in penitenza della sua poca compiacenza pe' vecchi, i quali si appagano di queste innocenze verso la gioventù, mentre fan la barchetta e il pulcinella di carta ai ragazzetti che li tirano per le falde del giustacore. Così insomma ci riduciamo, dopo aver tagliato il mondo a spicchi come un'appiuòla! Oh basta, ché la mano non ne vuol più, e la carta ci si mette d'accordo.
      Sono cordial[ment]e di Voi, Pirro, di Matilde, della Marchesa e di Checco
     
      aff[ezionatissi]mo a[mi]co e serv[itor]eG.G. Belli
     
      P.S. - Il saluto del S.r Ant[oni]o Lazzarini, che contracambio, mi ricorda il trovarsi ancora presso di me certe sue pietruzze. Ah! se quando il Signor Lorenzo fu in Roma me lo avesse fatto sapere, le avrei date a lui!
     
     * * *

      Alla Nobile e Gentil Donna
      Signora Vincenza Perozzi, N.a Marchesa Roberti
      Macerataper Morrovalle
      Di Roma, 29 luglio 1843
      Carissima e gentilissima amicaLe cose stanno così. La Vostra del 23 mi giunse il 27 e mi trovò a letto con febbre mal di capo e una infiammazioncella di intestini, frutto probabilmente delle frequenti e rapide variazioni della temperatura atmosferica. Scrissi subito un biglietto a un tale impiegato della Computisteria camerale a cui nel giorno 13 giugno consegnai il rescritto del Card[inal]e Pro-Tes[orier]e pel noto premio di piantagioni.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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