Ieri (28) venne egli da me, e mi disse che l'ordine pel pagamento era stato subito steso e passato alla Segreteria del Tesorierato per la firma del Cardinale. Ma il fatto è che questa firma non è stata ancor fatta né a quell'ordine né ad altri, o simili, o consimili, o, poco diversi. La vostra esigenza dunque non può mancare, ma ci vuole qualche altro paternoster in onore e gloria di Santa Pazienza, potentissima avvocata contro tutte le tribulazioni, delle quali non è la minore l'aspettar quattrini e non vederli mai giungere. Venendo ora a replicare un'ultima parola sullo sproloquio della mia antecedente (15 giugno), le cose stanno così. Voi mi scrivevate: Torno a raccomandarvi la riscossione etc. Siccome in queste, benché semplici ed oneste parole, si racchiudeva sempre un senso di giusto rimprovero alla negligenza di chi aveva bisogno di simile nuova raccomandazione, e siccome altresì il S.r Ferrieri non era in Roma ma a Pesaro, né si sapeva quando potesse tornare (come già io vi aveva avvisata), così m'importò moltissimo lo scuotere dalle spalle mie la polvere di qualunque parte d'imputazione che potesse esservi di rimbalzo da fatto non mio. Circa poi al genere di delicatezza che mi aveva fatto precedentemente astenere dal mettermi spontaneam[ent]e di mezzo alle faccende di altro uomo, vi richiamo alla succitata mia lettera del 15. Quì voi soggiungevate: ma io ignorava se il Ferrieri fosse tornato. Non avete torto; ma io già vi consigliai a far vigilare il di lui ritorno a Macerata, cosa che stimai non difficile, essendomi stato supposto che sia egli di quella Città e possa avervi parenti ed amici.
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