Oh anche il sig.r Pirro l'è un bel bofonchino! Per una volta che non lo nomino là alla spacciata, mi guarda a sghimbescio e toglie sù la balestra. Ditegli mo dunque che l'ho nominato in tanta buon'ora quel Messer Peperone da condir fricassee. E buon capo d'anno a lui, a Voi, a Matilde, a Mamma vostra, a Checco e a tutti quelli che c'entrano. E ciò anche da parte di Ciro che vi saluta e vi ringrazia de' saluti di chi l'ha salutato per mezzo vostro.
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Alla Nobile e gentil Donna
Sig.a Vincenza Perozzi, N.a March.a Roberti
Macerataper Morrovalle
Di Roma, 15 febbraio 1845
Gentilissima amicaHo veduto, e più volte, vostra sorella, che trovo molto bene in salute, molto amabile al tratto, molto disinvolta nelle maniere. Sembrami quella Ignazîna di un tempo, della quale io vi scriveva la buona Ignazîna. Nulla de' suoi modi mostra del monacale, nulla del troppo secolaresco, nulla di piccolezza ne' suoi discorsi, nulla di ambiguo nel suo contegno. Circa a' di lei progetti per l'avvenire, è questo un punto ben delicato su cui non par bene il trattenersi e insister di soverchio; la veggo però assai tranquilla sul passo che ha fatto e sulle sue conseguenze. La mia voce (e vi ripeto oggi più seriamente quanto vi dissi con un po' di celia nella mia precedente dell'8) non può avere che lieve efficacia per iscuotere risoluzioni prese con animo deliberato. Di molto però è capace il tempo: di molto son feraci le circostanze.
Principale scopo di questa mia lettera è il darvi avviso che Ignazîna partirà co' SS.i Bruni nella diligenza di sabato 22, cosicché presto si troverà in vostra compagnia.
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