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      Accorgendomi di ciò andava io proponendomi di ricrearlo con un viaggetto alquanto più lungo del giro eseguito nello scorso 1844; ma purtroppo è vero che l'uomo propone e iddio dispone. Una orribil tempesta ha spianato tutti que' pochi beni che sono a Ciro rimasti nell'Umbria presso Cesi, i quali formano l'avanzo del di lui patrimonio. Ci conviene adunque abbandonare ogni altra idea di diporto per accorrere sui luoghi onde procurare di porre qualche rimedio a parte almeno del danno, che, relativamente alla entità dei fondi ed ai limiti de' nostri mezzi, dicesi immenso. Fra tre o quattro giorni, al più, saremo partiti, e là prenderemo alla meglio le nostre misure.
      Mi recai giorni addietro al Monistero del Sacro cuore per salutare Ignazîna onde prenderne congedo e anticiparle gli auguri pel suo onomastico; ma seppi da una reverenda suora non trovarsi essa in Roma, bensì a Loreto.
      Porgete i miei affettuosi saluti a Pirro e alla cara Matilde, non che alla Marchesa vostra madre ed a Checco, unendovi anche quelli di Ciro.
      Divertitevi nella prossima festa di S. Burtolammè, e dedicate alla mia memoria il piacere di un razzo.
      Sono cordialmente
     
      Il vostro obbli[gatissi]mo aff[ezionatissi]mo a[mi]co e servit[or]eGiuseppe Gioachino Belli
     
     * * *

     
      Alla Nobile e gentil Donna
      Sig.a Vincenza Perozzi, N.a M.sa Roberti
      Macerataper Morrovalle
      Di Roma, 24 luglio 1846
      G[entilissi]ma Amica
      Con poche parole potrò riscontrare la vostra del 19, giuntami ieri. Da tre mesi è Ciro infermo, ed io non ho pace né giorno né notte.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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