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      Saluta egli e riverisce Voi e la Vostra famiglia augurando a tutti mille felicità in contracambio a quelle che gentilmente gli avete desiderate.
      Anche a me non par questo un tempo da matrimoni, almeno per ora. Sulle dilazioni poi che più specialm[en]te si connettano colle idee di Matildina non saprei che cosa dire, sennonché si debbono rispettare. Ditele che sarà molto difficile, per non dire impossibile, che io la compiaccia d'un mio componimento all'epoca del suo matrimonio; e ciò non per mia volontà, ma per lo stato della mia testa e della mia mente, che da quattro anni e mezzo non mi han più permesso di comporre una linea, né di darmi ad applicazioni. Forse ella nol crederà, come nol credono qui anche altri; ma il fatto è non per ciò meno certo, e la incredulità altrui mi accresce la umiliazione che me ne deriva.
      Che io non mi muova più da Roma tenetelo per una cosa sicura: ho cambiato affatto temperamento. Gli acciacchi e la vecchiaia mi son venuti addosso con tutte le lor conseguenze.
      Compiacetevi di ringraziare in mio nome la S.a C.sa Bonarelli e il S.r. Ant[oni]o Lazzarini della memoria che conservano di me.
      Voi poi, Vostra Madre, Vostra figlia, e Vostro marito, abbiatevi da me mille augurii di felicità pel prossimo Natale e per l'imminente anno che vorrei sperare di tempra diversa da quella dell'anno vicino a crepare.
      Sono con sincera stima
     
      Il V[ostr]o aff[ezionatissi]mo a[mi]co e serv[itor]eGiuseppe Gioachino Belli
     
     * * *

      Alla Nobile e Gentil Donna


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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