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      Di tutto questo a mia sorella io non ne avevo fatto parola! Forse voi mi risponderete, che il mio paragone è male appropriato, perché è ben diversa la relazione che passa tra voi e Tacci, da quella che stringe me a Zina! Attendo che mi facciate questa obbiezione per farvi conoscere che la offesa milita più al caso nostro, che a quello da me ideato.
      Posso assicurarvi che non vi è stata alcunissima dispia [strappo] riguardo alla relazione della Cenci. Io la mandai a Loreto senza farne parola. Mia zia mi scrisse che dopo averla letta, me l'avrebbe restituita. Io gli risposi che doveva ritenerla perché voi avevate fatto a lei quel dono, e non a me... Non vi furono altre parole che queste. Se non ve hanno parlato, io non so che dirvi. Sarebbe potuto andare così anche l'affare della musica, se si fosse, bramato!... ma io ho ben conosciuto ciò che mi si è voluto fare? intendere!... Riguardo alla vostra venuta fra noi mi riporto a ciò che vi scrissi l'altro ordinario. Voi siete padrone di andare dove più vi piace. Io attendevo di vedervi qui, quando potrete venirci. A Loreto non posso trattenermi affatto, per alcuni motivi di famiglia. La visita che farò a mia sorella non sarà più lunga di un giorno.
      Mamà vi saluta. Salutatemi al solito la vostra Mariuccia. Non parmi aver altro da aggiungere, se non che pregarvi di rammentare, quando non saprete che farvi,
     
      L'amica vostra di cuoreC.
      D.S.
     
     * * *

      Al Sig.r Giuseppe Gioachino Belli
      Piazza Poli
      Palazzo Poli
      2° piano Roma


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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