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      Ci fai giustizia credendoci, Pirro ed io [sic], tuoi veri amici, ma se vuoifarci anche piacere mostraci qualche via onde poterti essere in alcun modo utili. Io non posso soffrire di offrirti una sì inoperosa amicizia, ma ignoro cosa potrei fare per renderla attiva. Daccene dunque tu le tracce. - Tutti di casa ti salutano. Di Pirro poi non ne parlo perché sente quanto il suo cuore è capace di sentire. Addio, mio amico, addio. Abbi cura della tua salute, e credimi inalterabilmente
     
      L'amica tua aff[ezionatissi]maCencia [? strappo]
     
     * * *

      All'Onorevole
      Sig.re Giuseppe Gioachino Belli
      Via Monte della Farina
      n. 18 Roma
     
      [Di mano del Belli: R° il 24]Morrovalle, 4 febbraio 1838
      A.[mico] C.[arissimo]Ho tardato tanto a scriverti perché speravo ogni ordinario di poterti accludere la lettera commendatizia del Padre Vincenzo Passionista, ma giacché questa non giunge ancora, io mi risolvo a rompere il silenzio senza di essa perché troppo mi preme l'avere sovente notizie di te. Non dubito però che la lettera del frate giungerà finalmente, ed allora tornerò a scriverti per inviartela: il ritardo di essa probabilmente deriva dalla salute mal ferma di esso frate. Intanto mi preme sapere se tu sei stato bene in tutto il mese trascorso, e se stai bene presentemente. - Di noi posso dirvi che stiamo tutti bene, e passabilmente quei di Loreto. La mia zia di Recanati M[arches]a Volunnia, come forse saprete, morì pochi giorni prima dello scorso Natale, lasciando suo erede fiduciario il Conte Monaldo Leopardi.


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Lettere a Cencia
Volume Primo e Secondo
di Giuseppe Gioachino Belli
pagine 246

   





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