E così avvenne che, per otto anni seguiti, la grandiosa villa rimase chiusa. Invano, nel giardino ridente, i fiori olezzarono instancabili; invano nella serra maturarono gli ananassi; invano l'allevamento equino diede lietissimi risultati. Nessuno venne ad abitare quelle camere, sempre chiuse, coll'atmosfera greve d'un odore di muffa e di tarlo. Gli agenti soltanto andavano e venivano per conto dell'attuale proprietaria di tutte quelle immense ricchezze; e questa era un'educanda umile ed affettuosa, che non sapeva nulla del mondo e della vita, e aveva un cuore grande grande, grande, e una statura piccina, piccina, piccina....
II.
- Ouff! - disse il Duca Giuliano, uscendo dal boudoir di velluto color pesca a garofani di raso granata - ouff!... La signora di Rèmusat, nelle sue agro-dolci Memorie del primo Impero, ci narra come Napoleone si divertisse un giorno a mistificare crudelmente alcuni dei suoi più intimi cortigiani, chiedendo loro cosa direbbe il mondo s'egli, l'Imperatore, avesse a scomparire d'un tratto. E nell'imbarazzo generale che susseguì a quella domanda, la risposta suonò repentina, dalla bocca stessa che aveva posata la questione: - Sapete cosa direbbe il mondo?... direbbe: ouff!...
Ora, date le debite proporzioni fra l'impero di un Bonaparte e quello di una brillante Baronessa, può essere che l'ouff di Giuliano rappresentasse del pari un sospirone di sollievo. Può essere che egli avesse preventivamente desiderato di lanciarlo così ai quattro venti; può essere che, entrando schiavo in quel tepido gabinetto, egli avesse in animo d'uscirne libero; può essere che la perifrasi gentile, destinata a velare l'odiosità d'un "basta," fosse stata detta da lui e non da lei.
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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano 1884
pagine 180 |
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