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      - Ah! ho capito. La figlia d'un banchiere ebreo.
      Diceva così per celia, sapendo a che punto sua madre fosse inesorabile per tutto ciò che avrebbe potuto urtare le loro tradizioni, l'alterigia calma e serena che un lungo ordine di antenati aveva loro trasmessa. La Duchessa ebbe una frase laconica:
      - Corona chiusa!
      Giuliano si gingillò un poco, curiosando nella scatola da lavoro.
      - Mia cara mamma, tu possiedi dello forbici impossibili.... Quanti anni abbiamo?
      - Diciotto; ed è tuttora in convento.
      - Un'educazione da farsi, nevvero? Ingenua molto? A meno che.... qualche volta sono sveglie, sai, queste educande, sveglie davvero. Mi ricordo, anni fa, in un convento di monachine....
      - Oh! Giuliano, - interruppe la vecchia, - che discorsi! Invece di ringraziar Dio!
      - Sì.... proprio!... credi che sia un gran divertimento il prender moglie, rìnunziare alla propria libertà per sposare una sciocchina qualunque, che non ha mai visto niente in vita sua e alla quale bisogna far da precettore.... mentre.... è così facile....
      - Trovar qualcuno che insegni a noi.... nevvero, Giuliano?
      La Duchessa aveva qualche volta, colla sua aria umile, di queste e simili sortite. Giudiano ebbe per un momento l'idea di montar sulle furie.... ma così, dopo desinare, non andava fatto. Sorrise soltanto, e senza guardar sua madre:
      - Già.... continuò.... quasi quasi...: è più facile e più piacevole.... Dunque?
      La Duchessa si sgomentò e bruciò le sue navi.
      - Quando la vuoi vedere?
      - Chi?
      - Lei.
      - La mia maestra?
      - Giuliano! - -mormorò angosciosamente la Duchessa, colla voce piena di lagrime.


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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano
1884 pagine 180

   





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