Allora fui subito più quieta, e a furia d'interrogare il Signore, la Madonna e i Santi, mi parve proprio che rispondessero di sì, e che facevo bene ad accettare. Anche il mio confessore fu dello stesso parere, e io in capo ai tre giorni dissi alla Superiora che accettavo. La Duchessa venne subito, mi chiamò la sua cara figliuola, e mi colmò di regali stupendi, che fanno andare in estasi le mie compagne. Il mio fidanzato tornò pure parecchie volte, e io adesso non capisco più come ci sia scritto nella dottrina che la moglie ha l'obbligo di amare suo marito! Bell'obbligo, bell'impresa!
Io, per dire vero, capisco di parere una stupida, perchè non so mai trovare il coraggio di parlare, e sono anzi più contenta di star lì quieta, dietro alla grata, a sentirlo parlare con una voce dolce come, oh no, molto più dolce di quella della sua mamma, e a vederlo al di là della grata appoggiare sulle sbarre la fronte bianca e la sua barba bionda che par d'oro. Mi sono accorta che ha gli occhi celesti. Poi ha delle mani bianche bianche, con un anello che getta certi lampi! Mi dice delle cose.... delle cose.... Per esempio, si figuri, che aveva sentito tanto a parlar di me, e che mi voleva bene anche prima di conoscermi. Si vede proprio ch'è il dito di Dio che ci ha fatti incontrare. Dice che farà di tutto per rendermi contenta, che esaudirà i miei più piccoli desideri; anzi, per farmi piacere, è stato fissato che, subito dopo il matrimonio, partiremo per Astianello. Ah, pensi, il mio povero Astianello, che non rivedo da dieci anni!
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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano 1884
pagine 180 |
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