.. Il suo sogno di bambino era esaudito; quella cavalla, era sua, sempre, veramente sua.... No! non sempre.
Un caso esisteva, solo, ma esisteva, in cui la voce di Drollino perdeva ogni prestigio per l'orecchio di Mia. In quel caso, Mia si ribellava. Nulla poteva vincere quella ribellione, non cure, non richiami, non castighi violenti nč scudisciate crudeli. Mia aveva paura dello sparo di un'arme da fuoco.
Una paura insana, delirante, che determinava in lei come l'accesso d'un pazzo orgasmo. Appena udito lo sparo essa partiva a gran carriera, colle nari al vento, con un acuto nitrito di dolore. E per non esser balzati di sella o dal legnetto leggero a cui Drollino soleva talvolta attaccare la sua cavalla, bisognava proprio esser lui, coi suoi garretti ed i suoi polsi d'acciaio. Drollino aveva fatto il fattibile per guarire la povera bestia da quella suscettibilitā nervosa dell'udito; ma non era venuto a capo di nulla e Mia in quei momenti, diventava anche per lui una cavalla pericolosa.
Nella tenuta si sapeva di quest'unico difetto di Mia; ma nessuno ardiva tenerne parola a Drollino, da poi che un mozzo malaccorto, per avergli rimproverata con scherno quella codardia della cavalla, s'era buscata... Dio! che tempesta di pugni s'era buscata colui!
Davanti alla piccola stazione pochi contadini attoniti e sbalorditi guardano lo splendido landeau che un cocchiere imponente, guidando quattro massicci cavalli meklemburghesi, fa passeggiare al passo sulla spianata.
Un po' in disparte, un palafreniere in gran livrea frena a stento lo scalpicciare inquieto di una superba giumenta, Mia.
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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano 1884
pagine 180 |
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