Ne provò parecchi e dei migliori, ma su tutti trovò a ridire. Questo aveva la bocca dura, quello il trotto ineguale.... quell'altro l'andatura sgarbata.... Alla lunga, s'impazientì. A lui non piacevano.... ecco!... era abituato a ben altri soggetti.... Già; con queste benedette razze italiane, è inutile, ci sarebbero sempre degli inconvenienti! E anche le mandre, i riparti, i pascoli lasciavano molto a desiderare.... Penserebbe, provvederebbe lui; ci voleva un altro impianto; ecco cosa ci voleva!
A un tratto gli venne veduta, un po' in lontananza una cavalla alta, di stupende forme, con una testa fina, delle gambe sottili e nervose, un collo elegantissimo, sul quale i turgidi meandri delle vene spiccavano in nitido risalto. La cavalla stava immobile, in una posa felicissima e atta a far valere la classica bellezza delle sue linee.
- To! pensò il Duca! ecco il caso mio.
Si voltò verso l'intendente e gli disse accennando quella cavalla: - Ecco un discreto prodotto; come si chiama?
- Mia! - rispose dietro alla vittoria una voce giovane e vibrata.
Il Duca si voltò e vide che chi aveva detto quel nome era uno dei cavallari. Per cui, senza rispondere a colui, si rivolse nuovamente all'agente:
- Che nome ridicolo.... Dev'essere una buona bestia.... Amerei vederla in moto.
D'un salto, e benchè Mia non fosse sellata, Drollino le fu in groppa. Sciolse la cavezza, e si mise in moto. Con due o tre monosillabi fece prendere successivamente alla cavalla il trotto, il galoppo, saltar una barriera, fermarsi repentina, poi tornare scambiettando al sito donde avea prese le mosse.
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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano 1884
pagine 180 |
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Duca Duca Mia Drollino
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