Drollino, naturalmente, non capì, nè indovinò. Andò via lentamente, pensando alla vecchia camera, all'entrata della scuderia, a un muricciuolo facile a scavalcare, e a certe pigne di castagne d'India, che per un soffio, per un sassolino diroccavano giù, ruzzolando in tutte le direzioni sulla sabbia di quel viale, quello per l'appunto.
Drollino incontrò un'altra volta la Duchessa, e fu contento di vederla, perchè aveva udito dire che la signora non stava tanto bene. Si buccinava anzi che ci fossero delle speranze..., certe speranze soavi, che si concretano nei preparativi d'una piccola culla....
La Duchessa aveva infatti l'aria un po' patita e Drollino, vedendola passare lentamente sul sentiero soleggiato del giardino, con una mossa stranamente dolce e stanca, rimase un momento come trasognato. Com'era bella!.... le altre donne ch'egli vedeva lì e in città non le somigliavano punto. Così piccola, minuta, com'era, rappresentava per lui la gloria, la potenza, il pregio di casa d'Astianello. E per questo egli la guardava così.... con quello sguardo devoto che ammirava.
Anche stavolta fu lei a fermarsi e a rivolgergli la parola.
- Buon giorno, Drollino.
Drollino trovò il coraggio di chiederle come stesse.
Essa arrossì profondamente con un pudore giocondo. E rispose: - Bene. - Ma rispose in fretta, colta da un conscio imbarazzo davanti alla semplice, ossequiosa domanda d'un palafreniere qualunque. E subito; per cambiare argomento:
- Drollino, sai che andiamo via?
Egli non sapeva nulla, e disse:
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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano 1884
pagine 180 |
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