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      Milla era un angiolo, oh questo sì, ed egli era il più felice degli uomini; ma quella luna di miele così prolungata, così esclusiva, prendeva delle proporzioni allarmanti. Giuliano trovava che non bisogna abusar di nulla, nemmeno della felicità.
      E Milla, che aveva fatto conto di rimaner lì celata, rannicchiata nella suprema estasi del suo amore sino al Natale per lo meno....
      Pure, un giorno, disse soavemente a Giuliano:
      - Quando partiamo?
      - Quando vuoi - rispose languidamente il Duca.
      Ma come fu caro in quel giorno, e adorabilmente affettuoso per la sua Milla!
     
     
     
      V.
     
      Tornarono sullo scorcio del settembre, nella molle e tiepida stagione in cui l'anno, come un saggio epicureo, si riposa e dice: godiamo, prima di prepararci a morire.
      La Duchessa aveva lasciata ai bagni la sua celeste speranza. Aveva abortito, chi diceva per una passeggiata troppo faticosa, chi per un accidente, chi per uno spavento, chi per una grande emozione. Qualcuno parlò di una scena avvenuta fra lei e Giuliano per certe gelosie, senza capo, nè coda. Poi era successa una riconciliazione, e tutto era finito: gli sposi tornavano e felicissimi.
      Il Duca era ingrassato un altro po'; Milla invece era dimagrata. E più ancora di prima, era pazzamente innamorata di suo marito.
      Nel suo amore c'erano due elementi nuovi, la gelosia e il timore.
      Ecco com'era venuta la gelosia.
      Ai bagni a Viareggio, avevano trovata molta gente. Vecchie conoscenze di Giuliano, che naturalmente non s'erano potute scansare. L'isolamento, in un luogo così frequentato, sarebbe stato assolutamente ridicolo.


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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano
1884 pagine 180

   





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