Era la prima volta che le accadeva tutto ciò.
All'indomani, al Nettuno la Duchessa parve a tutti molto pallida. Giuliano era più piacevole che mai, invece. Ma la povera sposa soffriva così visibilmente che, alla sera, non potè uscir di casa.... E due giorni dopo, un'animuccia, disgustata, sgomentata, tornava dond'era venuta, senza aver pagato all'eternità lo scotto d'un'umana esistenza.
Nel momento del pericolo, mentre si sentiva oscillare fra la vita e la morte, Milla ebbe una bizzarra parola. Disse a Giuliano: - Perdonami.
Il Duca, nell'angoscia stessa ond'era compreso, ebbe un istante di maraviglia. Poi capì. Più tardi, quando La Duchessa, ancora pallidissima nella sua veste da camera bianca, gli sorrideva, beata di sentirsi a rivivere e di vederlo tornato suo, egli le disse dolcemente: - Cattiva!
Ella chinò il capo, arrossendo. Oh! sì era stata tanto cattiva.... Aveva avuto certi pensieri.... Ma aveva sentito. E gli disse cosa aveva sentito.
Egli prese un'aria seria, quasi paterna. - Ah! se la sua Milla non fosse stata così bambina da dar retta a delle assurdità. Certamente, un tempo c'era stato qualche cosa. Ma....
- Ah! c'era stato?... - osservò Milla, mentre sulle sue gote pallide passava un rossore di fiamma.
Il Duca alzò le spalle e si mise a ridere.
- Certo - disse placidamente - ero un po' scapato ai miei tempi. E per farmi far giudizio ci volevi proprio tu....
Essa arrossì ancora, ma d'orgoglio questa volta, d'un orgoglio delizioso di donna amata!... E, col cuore pieno di gioia e di rimorso, tese la mano a suo marito.
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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano 1884
pagine 180 |
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