Egli la prese, e Milla capì a qual punto era stata sciocca e bambina! Oh, sì! egli l'amava come essa amava lui, esclusivamente, e per sempre.... Il passato non esisteva più.... era un sogno svanito.
Tornarono ad Astianello, prima del tempo fissato.
Milla stava attenta, molto attenta! Giuliano sbadiglierebbe ancora?
No. Giuliano non sbadigliava.... almeno in presenza di Milla. Ma, certe volte, aveva un'aria un po' svogliata e, passeggiando sotto il viale a passi strascicati, tormentava colla punta degli stivalini lucidi certi poveri fiorellini, che proprio non ne avevan colpa.
Un giorno, Milla scese a colazione con una novità. Era una piccola matita elegantissima, tolta ad un carnet da ballo. E strettala fra le ditine cominciò a tracciare sul margine del giornale, che Giuliano aveva finito di leggere, qualche nome. La manina tremava un po', ma le parole eran tracciate bene.
- Che fai? - chiese languidamente Giuliano.
Essa ristette dallo scrivere, con una mossa improvvisa, come d'una bambina colta in fallo.
Poi, con una dolcezza infinita, disse:
- Penso che, dopo tutto, per l'ottobre si potrebbe invitar qualcuno.
E lo guardava, lo guardava, studiando la sua fisonomia, aspettando forse ch'egli le dicesse di no.
Ma egli non disse di no. Disse soltanto - Ma cara Milla, tu sei un angiolo! - E più tardi, quando s'alzarono di tavola, le diede il braccio, guardandola e sorridendole quasi coma l'aveva guardata e le aveva sorriso nei primi giorni del suo matrimonio.
E Milla, povera bambina, ebbe un momento di suprema gioia.
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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano 1884
pagine 180 |
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