... s'intende! E com'era buono! che nobile fiducia aveva per lei, non guardava mai nel suo scrittoio, come facevano le monache, laggił in convento, non leggeva mai le lettere delle sue amiche.... Mentre essa invece, da quell'egoista ch'ell'era l'avrebbe voluto segregar lģ, in campagna e quella volta.... lą; a Viareggio!...
Il ricordo della scena di Viareggio era per Milla una vera trafittura. Oh! com'era stata sciocca, imprudente, cattiva!
Per una parola, per un nonnulla aveva fatto a Giuliano quella malaugurata scena!... Come se Giuliano fosse stato capace.... Non perdonava a sč stessa l'ingiustizia cieca di quel dubbio.... le pareva che ormai le corresse l'obbligo, per tutta la vita, di farselo perdonare. Chissą quanto ne aveva sofferto, povero Giuliano, senza dirne nulla!
E un giorno, nell'assurditą incredibile del suo povero cuoricino di moglie innamorata, nacque un pensiero. Fu respinto sulle prime, e rinnegato aspramente, tollerato pił tardi e finalmente adottato.
Milla aveva ogni tanto il terrore di non essere all'altezza di Giuliano. Egli trattandola sempre coll'indulgenza pił o meno paziente che si ha verso una bambina l'aveva facilmente persuasa d'esser tale. E quell'animuccia ardente ed appassionata ne soffriva. Provava ogni tanto un segreto senso d'umiliazione, aveva delle calde aspirazioni verso una posatezza, un'assennatezza da gran dama, da signora calma e sicura del fatto suo.... Diventare come Giuliano, per esempio; egli non s'alterava mai.... Ah! ma quanto era lontana da questo ideale colla sua ignoranza, colle sue sciocche timiditą, colle sue continue e tormentose esitanze!
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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano 1884
pagine 180 |
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Viareggio Viareggio Milla Giuliano Giuliano Giuliano Giuliano Giuliano
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