Non gli diede l'ordine di venire - Milla non sapeva dar ordini; - gli spiegò la cosa e il bisogno che avevano di lui, in un modo gentile, esitante..., pregandolo d'accettare, per far piacere al Duca, che aveva sentito a dir tanto bene di lui.
Conviene supporre che l'espressione del viso di Drollino fosse poco incoraggiante, perchè Milla si sentì intimidita, e seguitò, con una voce mite mite, a dar spiegazioni, ad accatastar motivi. Tutto ciò, in fondo, era ridicolo; ma Milla l'aveva proprio quel mal vezzo di profondere con chicchessia quelle sue squisite delicatezze di riguardi. Temeva sempre di urtare qualche suscettibilità, di ferire qualche recondita sensibilità di fibra....
Drollino, sulle prime, ebbe la decisa intenzione di rifiutare. Lui.... al servizio del Duca!... ah!... no, mai!
Ma egli non poteva spiegare a sè stesso cosa accadeva nel segreto dell'animo suo; la resistenza a quel desiderio di Milla pareva farsi sempre più difficile.
Rimase stranamente perplesso per un minuto; ascoltando la voce di Milla, udendo quella sua frase gentile: "e anche a me, sai, farebbe tanto piacere," ebbe la coscienza d'un potere arcano che lo attirava invincibilmente. Si fece triste, e guardò a lungo, con una espressione quasi smarrita, i fiori variopinti del tappeto. Poi alzò gli occhi e, di sfuggita, guardò lei.
- Verrò.... - disse lentamente, con isforzo, come se una possa arcana, alla quale egli obbediva a malincuore, gli imponesse quella parola d'adesione.
- Oh! bravo, bravo - disse Milla, picchiando le manine una contro l'altra.
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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano 1884
pagine 180 |
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