Essi tacevano. La Duchessa provò un timore strano, che tacessero per causa sua. Un orgoglio intimo le morse il cuore, e di subito, cedendo all'impulso primo, che ancor non sapeva nè scrutare, nè dominare, s'allontanò.
I due però continuarono a tacere.
- Mio caro - disse finalmente Olga, - voi siete l'uomo il più fortunato di questo mondo. Vostra moglie è....
- Un angelo, - interruppe placidamente Giuliano.
- Ah! - continuò Olga non meno placidamente - lo sapete?
- Ma l'avete detto tante volte.... sfido io.
- Non mai abbastanza, mio caro. Quando si hanno delle fortune di questa entità, bisogna capacitarsene.
Egli alzò le spalle sorridendo.
- Creolo! - disse la Baronessa.
Giuliano si fe' serio. Non rispose. Guardava laggiù, in fondo, nelle brume della pianura.
Milla camminava diritta pel viale, senza voltarsi.
Olga disse ancora a Giuliano ch'egli aveva una moglie adorabile; glielo disse sei giorni dopo a cena.
Ordinariamente, non si cenava alla villa. Quel giorno, però, una gita lunga e divertentissima aveva ricondotto la comitiva ad ora tarda e s'era sentita la necessità di un gaio: souper.
Alle frutta la Baronessa tornò sull'argomento.
- Adorabile! Guardate come le sta bene quel costume pifferaro...; ecco.... avrebbe bisogno di esser sempre così.... contenta e animata. È di carattere molto calmo, nevvero?...
Sì, - rispose Giuliano. E soggiunse: - Un poco di champagne, Baronessa?
- No, basta; grazie. Voi ne avete già bevuti cinque bicchieri... Veramente, questo è eccellente.
- Non c'è male, infatti; io però preferisco.
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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano 1884
pagine 180 |
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