Giungendo alla stazione, vi trovò ad attenderlo un giovinotto bruno, magro, con due occhi assai vivi e profondi, il quale, qualificandosi per un addetto della tenuta d'Astianello, gli chiese semplicemente, ma in modo abbastanza categorico, se la Duchessa fosse ammalata molto, molto?...
Il medico non ricusò di rispondere, ma non si curò di dare al giovanotto nulla più d'una di quelle elementari risposte, ch'egli giudicava sufficienti a soddisfare la curiosità o l'attaccamento ai padroni, da parte d'una persona di servizio.
Ma Drollino non si contentò.
- Potrebbe morire? chiese colla massima calma.
La celebrità medica, impazientita alzò le spalle.
- Caro mio, che andate chiedendo? Perchè dovrebbe morire? Ha un buon temperamento, è giovane. Ha bisogno di quiete e che la lascino stare in pace, ecco tutto.
- Già, disse Drollino.... Ma se invece....
Rimase in silenzio, con un'espressione bizzarra e cupamente inquieta.
- Che ci siano ancora dei servitori affezionati? chiese a sè stesso il celebre medico mentre saliva sul treno, in una bella carrozza di prima classe.
- Ecco qua, borbottava in guardaroba, la vecchia Tonia, è la terza volta che viene oggi, colla scusa di prender le notizie della signora Duchessa.
- Eh, eh! rispose la Teresa, la guardarobiera in secondo, non ha poi tutti i torti; non è il diavolo la Carolina. E lui ha un bel salario ora, e sono tutti e due della tenuta. Sarebbe un bel matrimonio.
La Carolina entrò all'improvviso.
- Che c'è? chiese stizzosa, indovinando che la sua venuta aveva troncato un discorso.
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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano 1884
pagine 180 |
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