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      Aveva il volto acceso, le tempia gli martellavano; ed egli alzava, riabbassava, trattenendolo, il cane, con un gesto che aveva qualcosa di convulso, come se si dibattesse nello stretto di un'intima, formidabile lotta.
      Finalmente, su quella faccia stravolta passò il lampo d'un pensiero che vinceva. Drollino cacciò la pistola nella tasca interna della giacca che indossava, poi ricacciò tutti assieme e confusamente i panni nell'interno della cassapanca.
      Giunto a casa, chiese della Duchessa. La febbre era aumentata.
      L'indomani, cadde la prima neve e seppellì nel bianco silenzio invernale gli orizzonti della splendida villa. una grande malinconia invase al casa. Il Duca non si vedeva quasi più, e Milla, da più giorni non si alzava. Il freddo capitato così improvvisamente, le aveva fatto male. Non già che soffrisse molto; anzi, s'era come adagiata in una grande quiete funesta, le pareva di sentirsi cullata nella progressione lenta, molle d'un'atonia che l'assopiva dolcemente. E se a capo di questa progressione ci fosse anche la fine.... ebbene.... tanto meglio!... Così non si poteva vivere. Umiliarsi, ella?... tanto offesa.... dimenticare? Ah no!... piuttosto morire, morire....
      Giuliano era, dal canto suo, profondamente agitato. Un rimorso grave turbava quell'anima impotente. Egli provava il sincero desiderio di salvare quella donna, che alla sconfinata vanità di lui offriva l'olocausto della propria vita. Lungi dall'immediato dominio di Olga, egli tornava in sè, si pentiva d'averla amata ancora, gli pareva d'abborrirla.


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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano
1884 pagine 180

   





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