S'inteneriva sulla sorte di sua moglie, piangeva spesso, uscendo dalla camera azzurra. Avrebbe pur voluto (egli che detestava le scene) cadere ai piedi di Milla, dirle che però, in fondo, non era colpevole come forse ella lo credeva.... implorare cionnullameno il suo perdono... giurarle, e mantenerle poi, una fede sincera e.... assoluta.
Tentò due o tre volte una spiegazione. Ma essa lo guardò con un'alterigia così profonda, così glaciale, ch'egli interruppe subito i preliminari e rimise la spiegazione a.... più tardi.
Un giorno, la Carolina annunziò a Drollino una cosa che le faceva molta pena. La Duchessa aveva mandato a chiamare il padre Loria.
Drollino non disse nulla più che il suo solito "Ah!" ma lo disse con un accento rauco, quasi gutturale.
Allora la Carolina volle rassicurarlo. Oh! oh!... non era già perchè proprio si fosse a questi estremi; ma la signora Duchessa era tanto pia, e poi.... forse....
Drollino rimase serio, cupo, cogli occhi fissi sul tavolone dove si stirava.
Nevicava fitto fitto, a grandi falde, lente e sfioccate, e il padre Loria giunse sotto l'atrio in uno stato proprio compassionevole. Mentre si asciugava davanti al fuoco acceso nel gran camino della stanza da pranzo, il duca venne a incontrarlo. Il colloquio fu breve, riuscì freddo, quasi come la giornata. Il prete e il padrone di casa si studiavano a vicenda, e a vicenda diffidavano l'uno dell'altro.
Giuliano ebbe due o tre frasi un po' contorte; raccomandava di non stancare la Duchessa, già piuttosto deboluccia, poveretta.
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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano 1884
pagine 180 |
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