... Drollino!
Drollino guardò infatti il Duca, e in modo siffatto che questi, pur continuando a ridere, non proseguì a toccar quel tasto. E un momento dopo, temendo che Milla fosse stanca, la condusse via.
Milla non si oppose; senz'avvedersene, ricadeva invincibilmente nella obbedienza cieca e fiduciosa dell'amor suo.
Partirono adunque sui primi di dicembre, contenti, felici, e in perfetta armonia. In casa rimaneva tuttora parte della servitù, quella che avrebbe più tardi raggiunti i padroni a Napoli, e quella fissa per tutto l'anno ad Astianello.
La sera stessa si trovarono riuniti in cucina, attorno all'allegra fiammata del caminone. Drollino ci andò pure un momento, prima di recarsi a letto.
Nel crocchio si discutevano, naturalmente, gli ultimi avvenimenti di quella fortunosa villeggiatura.
- E la Russa? - chiese a un tratto il paggetto.
Il capo cuoco alzò una mano a livello del mento, e con una vivace smorfia soffiò rapidamente sul palmo.
- Andata! - soggiunse con un'espressione comicissima, come un prestidigitatore che fa scomparire una pallina di sughero.
E fu una risata generale.
Ma il paggetto maligno insistè:
- Per sempre?...
Il cocchiere alzò le spalle con un'aria da filosofo.
- Caro mio, chi sa l'avvenire?... Speriamo di sì! Certo è che, in grazia di quella diavolessa, la nostra povera signora è stata a un brutto rischio.
- Io dico che se le capita un'altra volta.... - prese a sentenziare il maggiordomo.
- Muore, eh, muore davvero? - interrogo premurosamente il paggetto.
- Al diavolo i monelli - rispose stizzosamente il maggiordomo; - che c'entri tu, bardassa, a far cotesti discorsi?
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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano 1884
pagine 180 |
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