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      - Oh Giuliano! come sono felice!
      Rimase per un istante come raccolta nel pensiero della sua felicità, mentre Giuliano, pallido, tormentava fra le dita paffute, i ciondoli del suo orologio.
      Milla schiuse gli occhi e diede un sospiro.
      - Che peccato che tu debba sempre andar laggiù, a Genova a conferire con quell'avvocato! Non potrebbe venir qui lui ogni tanto?...
      - Impossibile! - rispose recisamente Giuliano, mordendosi le labbra. - Ma sarò assente per pochi giorni, te lo prometto.
      - E penserai a me? - chiese timidamente Milla, ridendo, e colla vaga intuizione di dire una gran sciocchezza.
      - E tu, penserai a me? - rispose Giuliano, colla coscienza di dir cinque parole orribilmente vane e stonate.
      - Uhm! - rispose Milla - secondo.... se avrò tempo. Perchè, - soggiunse con un fare soavemente biricchino - se tu hai delle occupazioni.... può darsi che ne abbia anch'io.... e che siano importanti come le tue.
      Egli la guardò, con un'espressione indefinibile.
      - Come?... - mormorò - che intendi dire?...
      - Sei curioso, eh? Ci ho gusto. Oh bella! perchè non avrei anch'io i miei affari.... come li hai tu?...
      - Perchè.... - ripetè Giuliano - perchè?...
      - Via, via, non far quegli occhiacci. Sai pure che di affari, propriamente detti, non posso sentir a parlare per cinque minuti consecutivi, senza addormentarmi. Ho piena coscienza che, se me ne immischiassi, non sarei nulla più d'una guastamestieri; e poi non sei forse tu che te ne occupi, che pensi e provvedi a tutto onde risparmiarmi ogni briga?
      Un profondo ed amaro turbamento si dipinse per un secondo sul volto di Giuliano.


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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano
1884 pagine 180

   





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