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      - Cara Milla!... - sussurrò quasi involontariamente, con voce soffocata.
      - Zitto là, Giuliano, e torniamo a bomba. Dicevo dunque che le mie occupazioni, le ho anch'io. Ammetto che non somiglino alle tue, ma ciò non scema la loro importanza, e un giorno o l'altro.... forse.... ne vedrai il risultato.
      - Oh! oh! - disse Giuliano, ch'era tornato a rasserenarsi, - e non si può saper niente ora?
      - Niente affatto. È una sorpresa; resterai con tanto di naso.
      E rideva, allegra come una bambina, assaporando anticipatamente la sorpresa e la soddisfazione di suo marito.
      Questi le afferrò una mano, abbandonata sul davanzale.
      - Milla! - chiese con accento rotto ed angoscioso - Milla! sei felice, nevvero?
      Milla tralasciò di ridere. Sporgendosi colla persona oltre il davanzale, chinò il capo sulla spalla di lui. Egli sentiva il battere concitato di quel vero cuor di donna e il calore di quella fronte, ove piovevano scomposti i ricciolini d'oro.
      Drelin, drelin, drelin.... la campanella della colazione!
      Si divisero ridendo, movendosi entrambi, l'una al di qua, l'altro al di là della finestra, e riuscirono ad incontrarsi sotto il portico.
      - A proposito, - disse Milla a suo marito, - ricordati stavolta, di portarmi il pan douce e i canditi. E quando avrai finiti i tuoi affari, andremo ai bagni. - Non voglio essere la rosa verde, - soggiunse ridendo e appuntandosi sul petto una delle rose bianche.
     
      Giuliano partì il giorno susseguente. Milla tenne dietro, sino oltre il cancello del viale all'elegante phaèton che, guidato dal Duca stesso, s'avviava verso la stazione.


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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano
1884 pagine 180

   





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