... La scena era bella, infinita, davanti a loro. Milla respirava a pieni polmoni l'aria calma e libera della pianura, e si compiaceva d'interrogare Drollino su quanto le cadeva sott'occhio.... Altre volte invece la Duchessa non si sentiva disposta a parlare, ed essi percorrevano in silenzio lunghi tratti di via, al galoppo, mentre lo scalpitėo dei loro cavalli risuonava cosė unito, cosė uguale sul terreno da parere il ritmo affrettato d'un ritornello senza fine.
Milla aveva preso a voler bene a Mia; le portava dello zuccaro e l'accarezzava di frequente. E a Drollino succedeva qualche volta, dopo aver ricondotta la cavalla in scuderia, di rimanere per lungo tempo immobile, collo sguardo fisso, colla mano posata sulla lucente criniera di Mia, precisamente al posto dov'era scesa per un istante la carezza lieve della Duchessa.
Quando il Duca era in villa, le cose mutavano affatto, e Drollino evitava con ogni sua possa di trovarsi coi padroni. Stava molto in scuderia, e lo si trovava ordinariamente vicino al box di Mia.
In casa era tornato il tempo lieto. Quello delle scene era passato: il padrone s'era radicalmente corretto..., la malattia della Duchessa aveva fatto miracoli. Egli non pensava neppur per idea a lagnarsi della solitudine, non pareva sentir bisogno alcuno di svago, era affettuosissimo per Milla, e le portava ogni volta bellissimi regali. Tutti dicevano ch'era una vera consolazione, e che ormai la signora Duchessa era proprio felice. E per persuadersene non bastava forse vedere il Viso illuminato, raggiante di Milla?
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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano 1884
pagine 180 |
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