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      Essa metteva in opera certe raffinatezze, certe civetterie a cui per l'addietro non avrebbe certo pensato. Ogni tanto giungevano da Parigi delle toilettes elegantissime, che la giovane signora sfoggiava ad ogni ritorno di Giuliano. Era sempre in moto per casa, nel giardino s'udiva di frequente la sua esile, ma graziosa vocetta tentare qualche strofa di gentili romanze.
      Era più che mai soave ed affabile, profondeva ai poveri vistose elemosine, avrebbe voluto poter sollevare tutte le miserie che la cadevano sott'occhio. Colmava costantemente di fiori gl'innumeri vasetti del suo salotto, e si cullava per ore ed ore nell'hamac, sognando, mezza desta, colle labbra semiaperte, in una dolcezza quasi estatica di sorriso.
      Ma un giorno chiese impazientemente a Drollino:
      - Ora posso andare sola col Duca?
      Drollino rimase un momento in silenzio, come se non avesse afferrato bene il senso di quella domanda, ch'era pur tanto semplice:
      - Dico - insistè la Duchessa - se posso andare per conto mio.... senza maestro, insomma?
      Egli esitò un poco poi, con voce fioca, disse:
      - Non ancora.
      Milla, scontenta, tormentava la punta del suo frustino.
      - Ha ancora bisogno d'impratichirsi un poco.... - soggiunse Drollino dolcemente. - Ma presto potrà andar sola....
      Essa fece un gesto annoiato. - Sola! non ho nessuna idea di andar sola.... Va pure - disse poi distrattamente a Drollino.
      Drollino s'inchinò e tornò in scuderia. Camminava a passo lento, a capo chino.... come un uomo che ha ricevuto sul collo un colpo di bastone.


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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano
1884 pagine 180

   





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