Certo.... la cosa era semplicissima; tanto semplice ch'egli chiedeva a sč stesso come mai non l'avesse avuta sempre davanti agli occhi. Sicuro! quella era la conseguenza immediata del suo zelo nell'insegnar l'equitazione alla Duchessa.... metterla in grado d'accompagnare.... anche a cavallo, suo marito.
Ancora qualche giorno, e le lezioni sarebbero finite.... ed egli diventava inutile a Milla.
Ebbene.... tanto meglio!... Egli era stanco di quella vita, ne sentiva talvolta come una specie d'uggia dolorosa, provava da qualche tempo in qua un'irritazione latente, ma incessante. Sentiva, cosė ad intervalli, un desiderio febbrile d'allontanarsi di lė, di mutar vita.... d'imbattersi in qualche distrazione nuova, potente, che lo togliesse alla vita stupida, inerte che avrebbe condotto ad Astianello quando fossero finite le lezioni dell'arte ch'egli idolatrava!...
L'antica tentazione riprese il suo impero sul cuore di quel giovane impetuoso. Egli si sentiva spostato ad Astianello, sapeva che i suoi compagni non l'avevano caro. In quanto ai padroni.... Del Duca, in fondo, non si poteva lagnare. Perchč, dunque, continuava ad odiarlo?... perchč, quando lo vedeva giungere bello, placido, colla barba d'oro cosė ben pettinata, si sentiva fremere e ribollire il sangue? Oh, no! non s'era mai potuto avvezzare a vederlo, a saperlo padrone, quell'intruso, quel gaudente, che tutto doveva all'amore d'una donna, e che, per rimeritarla, l'aveva un tempo resa infelice, l'aveva quasi condotta sull'orlo della tomba!
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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano 1884
pagine 180 |
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Duchessa Milla Astianello Astianello Duca
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