... Drollino taceva, mordendosi le labbra, quando sentiva dai suoi compagni, o dai contadini, vantare l'attuale condotta di Giuliano; e quando lo vedeva accanto alla Duchessa, gli venivano degl'impeti violentissimi d'avversione. La diffidenza continuava, acre, spietata, nutrendosi del proprio elemento. Ora che non aveva più una ragione positiva di odiare quell'uomo, Drollino capiva d'odiarlo maggiormente. C'era dei momenti in cui gli veniva come un insano rammarico che Giuliano avesse lasciata la Russa. Pure egli avrebbe data la vita perchè Milla fosse felice.... Cos'era dunque questa contraddizione strana.... questa sensazione? Rimaneva come sbigottito da questa lotta interna, ch'egli non sapeva spiegare a sè stesso, e che lo tormentava. E un bel giorno, così all'improvviso, Drollino prese una decisione.
- Impossibile! - sclamò la Duchessa, quando l'agente venne ad informarla che il capo di scuderia s'era congedato per la fine del mese.
- Impossibile! - ripetè, con vero dispiacere, - Ma perchè vuol andar via Drollino? cos'è accaduto?... che ragioni dà?
- Ragioni, a dir vero, non ne dà nessune, signora Duchessa. È venuto nello studio stamane e ha detto che se n'andava, ecco tutto!
Milla non poteva capacitarsi.
- Provi a mandarlo da me, chissà che io non venga a capo di scoprir qualcosa. Dev'essere un malinteso. E lei, signor Damelli, non ha proprio nessun sentore dei motivi, delle intenzioni di quel giovane?
- Nessuno, signora Duchessa. - A meno che... non so.... m'hanno detto ch'egli avrebbe l'idea di farsi soldato.
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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano 1884
pagine 180 |
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