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      Milla, invece, cominciava a persuadersi.
      - Ah! Drollino!... mi rincresce tanto. Avevo certe idee.... certi progetti.... Pensa.... andar via ora, dopo che m'avevi insegnato a montar a cavallo.
      Il giovane si morse le labbra.
      - Sicuro.... - rispose - così adesso si divertirà.... Adesso che può andar sola....
      Un momento di silenzio regnò nella sala. Poi Drollino disse timidamente, con uno sforzo terribile:
      - Signora Duchessa, vuol tenere Mia?
      - Mia!... - esclamò la Duchessa, maravigliata e commossa.
      - Sì, signora...; scuserà se mi prendo questa libertà, ma ho visto che vanno così bene loro due.... e son persuaso che la tratterà sempre bene, nevvero?... e così forse.... si ricorderanno qualche volta di me....
      - Oh! Drollino - disse intenerita la Duchessa - vuoi proprio lasciarmi Mia?... Ma non ti rincresce.... davvero?
      - No, no.... non mi rincresce.... Tanto, non saprei come fare a condurla ora.... e poi è giusto.... perchè, si ricorda?... è stata lei che me l'ha fatta avere....
      Gli pareva di compiere un doloroso atto di giustizia. Aveva la mente e gli occhi pieni del ricordo della scena accaduta lì.... in quella stessa sala, tanti anni prima. Si vedeva, bambino, debole, agitato, sentiva ancora sulle labbra un'impressione che gli pareva quella d'un ferro rovente, l'impressione d'un bacio di bambina.
      Milla, con un atto inconsulto, gli stese la mano.... Ma subito, memore che non andava fatto, la ritrasse. Ma era indicibilmente commossa, mormorò:
      - Oh Drollino, oh Drollino!... - con un accento di gratitudine che valutava e compensava tutto il sacrificio di quel povero ragazzo.


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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano
1884 pagine 180

   





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