... pagarla?... Ma t'accerto che non è stato nulla di simile.... Non abbiamo scambiata una parola, su questo proposito.
- Eh! lo so anch'io che con te, non avrà parlato di prezzo. Ma te ne avvedrai quando farai i conti col signor Damelli.
- Credi.... proprio?... E io che m'ero commossa!... Ma pure....
- Per bacco, mia cara, è chiara come il giorno. Voleva liberarsene; non sapeva come, e te l'ha affibbiata; ecco tutto! Ora poi sarei curioso di sapere ciò che pretendi fare di quella bestia, tu che non hai mai voluto saperne di cavalcare.
- Ah! - rispose Milla, lieta del suo mistero. - Non importa, lascia fare a me!... L'attaccherò alla giardiniera, e imparerò a guidare.
- Uhm! - disse il Duca - è troppo forte per la giardiniera, andrebbe meglio col phaèton. È ancora una buona cavalla. Quasi quasi, ora che non è più di quel biricchino, avrei una mezza idea di provarla io stesso. Domani forse....
Drollino era fermo sulla soglia del cancello di fronte al viale. E quivi per l'appunto vide Mia, la sua Mia, attaccata al phaèton e guidata dal Duca.
Non molto ben guidata, a dir vero; Giuliano la conduceva come un dilettante conduce, per lo più, un cavallo che sta provando. Alquanto a casaccio, cioè, tirando indiscretamente i filetti ora a destra, ora a sinistra, tormentandole il morso in bocca, spingendola, con certe mosse intempestive delle redini che dovevano torturare la povera bestia, abituata alla mano salda, mirabilmente esperta, di Drollino.
Questi divenne livido, sentì nell'interno dell'animo come uno schianto.
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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano 1884
pagine 180 |
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