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      Cogli occhi spalancati, immoto, come impietrito, guardò quello spettacolo, che lo straziava.
      Il Duca non s'avvide di lui. S'indispettiva contro Mia che non voleva ubbidirlo, e, in difetto di più persuasivi argomenti, le rovesciò addosso una furia di scudisciate.
      Drollino trattenne un grido. Ah! quelle scudisciate! gli parve d'averle ricevute lui, attraverso alla vita! Ebbe un impulso violento e prepotente di spiccare un salto, di precipitarsi verso il phaèton, d'afferrare lui lo scudiscio e di....
      Ma si contenne. Si morse a sangue le labbra, e torse lo sguardo. Mia si avviava con un trotto incerto, rotto, pesante, mentre il Duca, con una aria avvezza, dimenava trionfalmente la frusta.
      Drollino s'accorse d'esser tutto sudato. Un pensiero crudele gli passò pel capo: - Oh! se Mia potesse impennarsi in quel momento, far cadere colui.... fargli rompere il collo....
      Oh, se avesse saputo.... se avesse potuto prevedere.... Egli, che aveva fatto quel supremo sacrifizio per lei.... per la Duchessa.... perchè avesse una buona cavalla e un motivo di ricordarsi.... del passato. Oh! se avesse saputo.... Mia.... la sua Mia!
      Un'onda di torbide fantasie gli sconvolse per un momento il cervello; gli parve di smarrire ogni idea che non fosse dolore, ira, rabbia impotente.
      No, non poteva far nulla.... ormai.... Certo.... egli era stato un grande imbecille; la colpa era sua. Doveva pur saperlo ciò che il Duca era per Milla. Un idolo a cui tutto era dovuto, persino l'omaggio ultimo.... il dono lasciato a lei, per lei da un povero cavallaro che se ne andava.


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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano
1884 pagine 180

   





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