Scoccava già la mezzanotte, quando la comitiva si sciolse.
Battista uscì ultimo, e Drollino, il quale lo aveva sempre aspettato in silenzio e senza unirsi ai buoni compagni, gli tenne dietro. Lo lasciò andare avanti finchè non ebbe oltrepassato il villaggio. Non voleva provocar chiassi e baruffe in vicinanza dell'abitato. Le ragioni che aveva da dirgli gliele direbbe all'aperto, sulla strada maestra.
Senonchè, quando furono usciti dall'ombra delle case, egli s'accorse che colui aveva un modo bizzarro di camminare, tutto a sbalzi e a zig-zag.
- Ho capito, pensò Drollino; è ubbriaco.
Non volle profittare di quella circostanza, cimentandosi con un uomo che non avrebbe potuto tenergli testa.
- Sarà per un'altra volta! mormorò fra sè e sè.
E si pose a camminare frettolosamente, senza altro intendimento che di far pronto ritorno alla villa.
Ma, oltrepassando il cameriere, s'avvide che questi era affatto incapace di raccapezzare dove metteva i piedi. Era uno sconcio spettacolo quell'uomo che camminava barcollando sulla strada, battuta dal lume di luna, in vicinanza della villa... Bell'onore per la casa.... se qualcuno lo vedeva.
E, sotto l'impero di questo timore, Drollino risolse di ricondurre egli stesso Battista per evitare, se si poteva, ogni scandalo. Gli s'accostò e lo chiamò forte per nome.
- Ah! - rispose l'altro fermandosi.... - sei tu, Drollino?... Bel nome davvero.... E un bel giovanotto, anche.... ma allegro come un martôro. E dunque eh! ho sentito che te ne vai.... Fai bene, perdio.
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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano 1884
pagine 180 |
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