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      - Ah! - rispose impermalito l'ubbriaco - che maniere!... va al diavolo tu e la Duchessa!... Me ne importa tanto di quella faccia di carta!
      Ma di subito cangiò parere.
      - A proposito, - disse con somma confidenza a Drollino - se vuoi venir qui.... ho una cosa da dirle.... alla signora Duchessa. Ho da dirle....
      E alzava la voce. Drollino, fremendo, lo interrompeva, cercava di condurlo via in fretta, ma Battista, incaponito in un'ideaccia tutta sua, non voleva muoversi, e seguitava a parlar forte.
      Drollino stava per afferrarlo alla vita, portarlo via a forza, e quindi gettarlo in un angolo remoto del giardino a smaltire il suo vino; ma invece rimase immobile come impietrito, guardando l'ubbriaco con uno sguardo spaventato. Una, fra le insensate frasi dello sciagurato cameriere l'aveva colpito. - -Valla a chiamare.... voglio dirle la verità.... di Genova e del signor Duca.
      - Il signor Duca?... - chiese cautamente Drollino, chinandosi verso Battista. - Genova?..
      - Sì, sì - ripeteva con voce gorgogliante l'ubbriaco - tanto bisogna che lo sappia.... un giorno o l'altro.... che la Russa.... E l'avvocato.... ah! l'avvocato!...
      L'occhio di Drollino ebbe un lampo di feroce ansietà. Egli si chinò ancora di più sull'ubbriaco, che seguitava:
      - L'avvocato! l'ho visto io, l'avvocato!... Eh uno strascico lungo lungo di seta e tanti bei ricciolini, e quelle spalle bianche. Per Dio, ha ragione il Duca.... è bella quella Russa....
      Di subito l'ubbriaco si fece malinconico.
      - Poverina! - disse, tentando di accennare le finestre della facciata - poverina, povera donnina, mi fa pena.


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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano
1884 pagine 180

   





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