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      La finestra del terrazzino era aperta, si vedevano passare pel vano le teste delle cameriere in faccende. La brezza entrava curiosa, molle, agitando le vecchie frangie degli addobbi della finestra, enfiando, come fossero lembi di vele, i tessuti leggeri dei cortinaggi, le bianche cortine del letto.
      Drollino si fece calmo. Guardò a lungo lassù, come se quella vista gli facesse bene, rinnovasse in lui l'energia dello spirito.
      - Per lei! - disse finalmente a bassa voce, agitando la mano nel vuoto, con un gesto pazzo ed appassionato di saluto.
      S'alzò rinfrancato, ed in breve fu alla sua antica stanzetta. Vi rimase circa un quarto d'ora. N'uscì senza che nessuno l'avvertisse, vestito dei panni suoi, bianco come un cencio lavato, e colla destra stretta al petto, sopra la tasca del lato ministro. Si mise pei campi, in salita, evitando di por piede sulla strada maestra, e pur costeggiandola.
     
      Egli stava immobile, accasciato dietro il muricciuolo del cimitero, che in un dato punto, rasenta la strada maestra fra Astianello e la stazione.
      Era un cimitero piccolissimo, brutto, una vera miseria di cimitero. Apparteneva a un paesucolo vicino, il quale non era nulla più che una frazione di Astianello.
      Il luogo era molto triste anche nella giocondità dell'ora mattutina. Aveva un non so che di abbandonato, che dava alla malinconia naturale del sito un carattere speciale.... pareva la dimora dell'oblìo. Quelle povere tombe recavano patenti le traccie dell'intemperie; sulla cappelletta di mezzo una misera immagine a fresco del Redentore, arrossata dal gelo, si scrostava lentamente, trascinando nella sua rovina l'intonaco, che si andava quasi sfarinando.


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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano
1884 pagine 180

   





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