Il primo giorno, alla cascina, c'era stata una vera processione dei camerati della tenuta; ma ora il medico, d'accordo con Drollino stesso, aveva rigorosamente proibite le visite; eccettuate, ben inteso, quelle del Duca.
Il Duca si mostrava angustiato dallo stato di Drollino. Veniva spesso a vederlo, e inquieto del rapido progresso del male, si recava alla cascina ogni qualvolta poteva allontanarsi dalla villa senza dar sospetto a sua moglie. E anche stavolta, non appena vide Milla addormentata, uscì in fretta, dirigendosi verso la cascina. Nel cortile, all'ombra d'un vecchio fico, stava riunito un gruppo di contadini, inquilini del cascinale. Al giunger del Duca, s'alzaron tutti, salutando rispettosamente.
Giuliano si fermò a chieder loro notizie dell'ammalato.
Un vecchietto rubizzo rispose subito e per tutti:
- Male, male assai, signor padrone. Stamane è venuto il prevosto, e gli ha fatto fare le sue divozioni; e il dottore ha detto che sarà un miracolo se passa la notte.
Il Duca mise un sospiro profondo e sincero.
- Vuole andar su? - chiese premurosamente una donnetta attempata, ch'era allora allora sbucata da una prossima cucina. - Vedrà che cosa da far pena! Son io che lo veglio, quel poveretto, e da tre notti non chiudo occhio.
E così parlando, precedeva il Duca su una scaletta di legno, e poscia per un andito scuro che faceva capo alla camera di Drollino. Entrarono entrambi in punta di piedi.
La stanza era pulita; le patate c'eran tuttora, ma ammonticchiate accuratamente in un canto, e non davan noia.
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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano 1884
pagine 180 |
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