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      Ebbe uno scoppio di pianto nervoso, quasi isterico, e non cercò di frenarlo: chi lo vedeva colà, chi lo udiva?... Milla non era in presenza del suo idolo. Olga era a Genova, lungi dal suo schiavo gran signore! E i passeri della macchia non si curavano punto di quel Duca in lagrime, buttato là come un cencio.... scosso da quei singhiozzi spasmodici.... che non erano forse nè tutta paura, nè tutto rimorso!...
     
      La camera di Drollino era quasi buia. Per terra, in un angolo, ardeva un lumicino d'olio, e la sua poca luce era attenuata da una specie di paralume improvvisato. Dietro ai vetri e alla carta della finestrina, s'urtava un raggio di luna che cercava d'insinuarsi all'interno disegnando sull'ammattonato e sulle pareti lunghe striscie bianche, d'uno splendore freddo ed immobile. Nel camino ardevano lentamente alcuni rimasugli di legna umida, e una vecchietta, adagiata in un rustico seggiolone impagliato, lottava ostinatamente col sonno. Un gentile odore d'erba secca veniva dal vicino fienile, e nel silenzio della stanza giungeva ancora dal prossimo piano uno stridore ritmico e incessante di grilli, cui teneva bordone una voce più immediata, uscita dal focolare stesso del camino. E, a lunghi intervalli, qualche nitrito affievolito dalla distanza.... qualche lontano interrotto canto di rossignolo.... le voci solitarie dei pascoli, che si stendevano addormentati ora e ravvolti nell'ombra notturna e infinita del piano.
      La donna non ne poteva più. Lo aveva detto al Duca; eran tre notti che non chiudeva gli occhi!


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Mia
Romanzo
di Ines Castellani-Fantoni Benaglio (alias Memini)
G. Galli Editore Milano
1884 pagine 180

   





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