- interruppe violento il cavaliero a sinistra.
- Che ronzo di squilla? che clamore di coro? Ben piú vi fará allegri la gioia della caccia. Io v'insegnerò quali trastulli si convengano a' principi. Non istate a dar, no, retta al costui spauracchio.
- Ah sí, ben parli, o cavaliero a sinistra! Tu sei un eroe secondo il cuor mio. Chi rifugge l'uscire a caccia, vada in malora a snocciolar paternostri. A tuo dispetto, bacchettone scimunito, a tuo dispetto voglio cavarmi la mia brama. -
E via via via, fuor d'un campo, dentro un altro, su pel poggio, giú per la china, sempre sempre gli venivano cavalcando stretti a' fianchi il cavaliero a destra e il cavaliero a sinistra. Quand'ecco a un tratto smacchiar di lontano un bianco cervo con corna di sedici palchi.
Il conte raddoppiò il fiato alla cornetta, e piú veloci accorsero d'ogni parte cavalieri e pedoni. Ed ecco, or di dietro or dinanzi, or l'uno or l'altro de' seguaci stramazzare tramortito sul terreno per la gran furia.
- Stramazza pure, stramazza, al diavolo! Non per questo deve andar guasto lo spasso de' principi. -
La belva si accoscia in un campo di spighe e vi spera rifugio. Ecco un povero contadino trarre innanzi umilmente e metter gemiti e lagrime:
- Pietá, signor mio, pietá! Abbiate riguardo agli stenti, al sudore del poverello. -
Il cavaliero a destra galoppa innanzi, e con dolcezza e bontá ammonisce il conte. Ma il cavaliero a sinistra lo infervora, lo instiga all'oltraggio maligno. Il conte schernisce le ammonizioni del cavaliero a destra e si lascia traviare dal cavaliero a sinistra.
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