- Ahi misera! Lasciali in pace i morti. -
Ecco ecco; lá sul patibolo, al lume incerto della luna, una ciurma di larve balla intorno al perno della ruota(8)!.
- Qua qua, o larve. Venite, seguitemi. Ballateci la giga degli sposi quando saliremo in letto. -
E via via via, le larve gli stormivano dietro a' passi, come turbine che in una selvetta di nocciuoli stride frammezzo all'arida frasca. E va e va e va, salta salta salta; e l'aria sibilava rotta dal gran galoppare. Sbuffavano cavallo e cavaliere, e sparpagliavansi intorno sabbia e scintille.
Ogni cosa che la luna illuminava d'intorno, deh, come ratto fuggiva alla lontana! Come fuggivano e cieli e stelle al disopra di lui!
- E tu hai paura, o mia cara? Vedi bel chiaro di luna! Arri arri arri! I morti cavalcano in furia. Ed hai tuttavia paura de' morti, o mia cara?
- Ahi me misera! Lasciali in pace i morti.
- Su su, o morello! Parmi che il gallo giá canti. Fra poco il sabbione sará omai tutto trascorso. Su, morello, morello! Al fiuto sento giá l'aria del mattino... Di qua, o morello, caracolla di qua... Finito, finito abbiamo di correre. Eccolo che s'apre il letto nuziale. I morti cavalcano in furia. Eccola, eccola la mčta. -
Impetetuoso(9) s'avventň a briglia sciolta contra un cancello di ferro. Ad uno sferzar di scudiscio toppa e chiavistello gli si spezzarono innanzi, e le ferree imposte cigolando si spalancarono. Il destriero drizzň la foga su per le sepolture. E al chiaror della luna tutto biancheggiava di monumenti.
Ed ecco, ecco in un subito, portento, ahi, spaventoso!
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Vedi Fra
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