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      Vi hanno in Germania componimenti moltissimi fondati su maniere e su geni comuni a' tedeschi, a noi ed al resto dell'Europa colta. E il dire che un po' piú un po' meno di lucidezza di sole renda affatto opposte tra di loro le menti umane, ed inaccordabili onninamente le operazioni intellettuali di chi vive tre mesi fra le nebbie con quelle di chi ne vive sei, è puerilitá tanto piú ripetuta quanto ella è piú facile a dar vita ad un meschino epigramma. Se ne' greci e ne' latini troviamo cose ripugnanti al genio della poesia italiana e le confessiamo, perché infastidirci se ne' francesi, negli spagnuoli, negli inglesi e ne' tedeschi ne scopriamo parimenti che vogliono da noi rifiutarsi? O legger nulla o legger tutto fa d'uopo. Però io, portando opinione che il secondo partito sia da scegliersi, credo che anche lo studio del Cacciatore feroce e della Eleonora sará utile in Italia, perché mostra da quali fonti i valenti poeti d'una parte della Germania derivino la poesia applaudita nel loro paese. Cercarono essi con somma cura di prevalersi di tutte le passioni, di tutte le opinioni, di tutti i sentimenti de' loro compatriotti, e trovarono cosí argomenti che vincono l'animo universalmente.
      Facciamo lo stesso anche noi. E la poesia italiana si arricchirá di nuove bellezze, talvolta originali molto, e sempre caratteristiche del secolo in cui viviamo. Cosí vedremo moltiplicarsi i soggetti moderni e riescir belli e graditi quanto il Filippo, il Mattino, la Basvilliana e l'Ortis. E forse anche noi conseguiremo scrittori di romanzi in prosa, tanto quanto i francesi, gli inglesi e i tedeschi.


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Scritti critici e letterari
di Giovanni Berchet
Laterza Bari
1912 pagine 282

   





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