Non sono elle care creature? -
Mylord intende perfettamente l'italiano; ma nol parla troppo bene, ed usa d'intarsiarvi talvolta vocaboli inglesi. E però sarebbe una disperazione pe' grammatici s'io riportassi il dialogo tutto tutto tal quale avvenne. Farò come meglio potrò. - Ebbene, che ve ne pare, mylord? - Egli continuava a bere e taceva. La sua fisonomia d'improvviso s'abbuiò, come se la memoria di cosa disgustosa gli attraversasse la mente. Tornai ad interrogarlo. Tacque ancora un buon pezzo; poi ruppe il silenzio con un sorriso: - Eh! sí - mi disse, - sí, belle davvero. - Ed eleganti - diss'io - e cortesi e piene di bei modi. -
Mylord P... andava ripetendo le mie parole in segno d'approvazione; ma non ci metteva nulla del suo: la voce non gli correva lesta sul labbro. L'avresti detto uomo voglioso di lasciar morire il discorso. Me ne seppe male, in coscienza mia. Davvero, ho in gran pregio le mie concittadine, ed avrei avuto caro di sentirne dalla bocca di lui un bel panegirico. Proseguii a dire nondimeno come in esse non è penuria d'ingegno, come in generale l'educazione loro va ogni di piú migliorando, come una delle lor doti principali è la giustezza del criterio. - Ingegno, educazione - diceva mylord, - pretty well(12). Criterio..., può anche essere; ma non me ne sono accorto. -
Il sangue mi si rimescolò. Gli occhi miei erano fissi bruscamente negli occhi di mylord. - Fatemi un favore - gli dissi; - parlatemi schietto. Voi di certo derivate da qualche accidente individuale un giudizio che credete di dovere estendere all'universale.
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