Ma perché il buono di quel libro è sí esuberante, e i libri vogliono essere giudicati in totale, noi stiamo fermi alle lodi ed alla tolleranza di poche minuzie meno lodevoli. Ed in questa tolleranza ci rinfranca il pensare a' limiti della mente umana, alla vastitá dell'impresa del signor Bouterweck, ed a questo: che, nel poco dissentire che noi facciamo dall'illustre autore, potrebbe anche essere che il torto stesse con noi e non con lui. E però anche voi, o signori, che assai ottime dottrine troverete di certo nel libro di che parliamo e, se non fosse altro, vi sentirete lusingati dalle molte lodi che l'autore tributa a' poeti d'Italia, ricordatevi della tolleranza nostra od almeno dell'"ubi plura nitent" ecc. di Orazio. Ed a questa sentenza aggiungete un'altra considerazione che non è dettata da Orazio, ma che non è per questo men vera; ed eccola. Molte e molte cose, che a voi sembreranno novitá, hanno pur giá molto del vecchio presso la maggior parte dei dotti di Europa.
II
Un'opera di tanta vastitá quanta ne comprende quella del signor Bouterweck aveva bisogno di venir divisa in vari scompartimenti, onde non riescire un caos da sconfortare l'attenzione de' lettori. Il voler tentare di ridurre in un sol quadro storico i sincroni andamenti dello spirito estetico, ossia del gusto, di tutta la moderna Europa, pigliando a considerarlo unicamente per ordine di tempo e non per ordine di lingue, sarebbe stato un intendimento piú pomposo che profittevole. E però l'autore preferí di procacciar de' riposi alla mente de' suoi lettori, e di parlare separatamente di ciascuna delle letterature moderne, continuando di ciascuna separatamente la storia da' primordi di essa fino agli anni piú vicini a noi.
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