Un ghiribizzo, una chimera mostruosa parrebbe forse ad un greco redivivo questo culto, questo omaggio de' moderni per le donne. Né mancherebbe forse a' di nostri un qualche riformatore pedante che s'accosterebbe alla sentenza del redivivo. Il signor Bouterweck per altro con validissime ragioni viene difendendo la devozione de' moderni per le donne, siccome consentanea alla nobiltá e dignitá dell'anima umana. Poi, adducendo gli esempi de' trovatori di Francia, di Spagna e d'Italia, dimostra come la passione dell'amore, ringentilita di tanto presso i nuovi popoli, fosse la prima inspirazione de' poeti. L'amore infiammň l'anima di Dante, e la presenza e la memoria della sua Beatrice furono gli eccitamenti del suo ingegno. Lo stesso avvenne al Petrarca colla sua Laura. Il Boiardo, il Pulci, l'Ariosto, il Tasso, ecc. ecc., quanto non si compiacquero tutti de' nuovi sentimenti amorosi! E cosí di mano in mano questa passione, modificata di tutt'altra maniera che nell'anime degli antichi, prevalse in tutti i poeti d'Europa e svegliň un interesse nuovo, che divenne il predominante nelle dilettazioni poetiche. Per tal modo la totale rivoluzione del gusto operata dalla poesia cavalleresca si mantenne tuttavia giú fino a' dí nostri, ad onta degli studi fatti sulle opere antiche; e par verisimile che durerá perpetua. Come non č da credersi che i nostri discendenti tornino mai ad adorare gli dči dell'Olimpo, cosí non lo č pure che il gusto dominante si diparta mai da questa idea nobilitata dell'amore, se prima gli uomini non ricadono in una rozzezza generale.
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