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      Intendo per "tinte locali" quella tale modificazione d'immagini, di pensieri, di sentimenti, di stile, che è propria esclusivamente o quasi esclusivamente di quello stato di natura umana e di quel momento di societá civile che il poeta piglia ad imitare. Un popolo posto sotto di un cielo sereno, su di un suolo ridente di fiori e di frutti, un popolo a cui tutte le bellezze della natura sono eterno spettacolo, deve sentir vivamente il piacere della vita. Traendo i suoi giorni il piú all'aperto, è naturale ch'egli contempli sempre le bellezze che lo circondano e che le descriva sempre con nuovo entusiasmo; è naturale ch'ogni minuta particolaritá da lui osservata nella natura gli mantenga perpetua nell'animo una serie di sentimenti tutti in armonia cogli oggetti ch'egli vagheggia: sentimenti che vengono poi a mischiarsi con tutti gli accidenti della sua vita. L'ardenza de' raggi del sole gli fa riporre la somma delle voluttá nella frescura dell'ombre, nella mite dolcezza del chiaro della luna, nell'aspetto de' ruscelli, nello spirare di un'auretta consolatrice. In lui il sentimento di queste delizie è sí permanente, che informa sempre in qualche modo le idee concomitanti dei suoi concetti, e gli presta immagini di confronto ond'esprimere ogni altro suo godimento. Nella stessa maniera all'assenza di esse egli paragona sempre ogni sua pena. Aggiungete alla disposizione naturale l'educazione religiosa, la credenza nella metempsicosi; e cesseranno di parervi strani il rispetto e l'amore tenerissimo degli indiani pe' fiori, per gli alberi, per gli animali, ecc., amore che spira da capo a fondo in tutto il dramma di Calidasa.


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Scritti critici e letterari
di Giovanni Berchet
Laterza Bari
1912 pagine 282

   





Calidasa