Questo prologo non ha altro scopo che di annunziare la recita della Sacontala, ed č preceduto anch'esso dalla seguente benedizione pronunziata da un bramino(33): - L'acqua fu l'opera prima del Creatore; il fuoco riceve le obblazioni comandate dalla legge; il sacrificio č celebrato con solennitá; i due lumi del cielo distinguono il tempo; il sottile etere, veicolo del suono, riempie l'universo; la terra č la madre naturale d'ogni incremento; e l'aria anima ogni cosa che respira. Visibile sotto queste otto forme, benedica e sostenga noi tutti Issa, il dio della natura.
ATTO I
La scena č un bosco sacro, abitato dal savio Canna e dagli eremiti suoi seguaci.
Dushmanta, re dell'India, appare sopra un carro, inseguendo a briglia sciolta un'antelope (gazella) ch'egli vorrebbe ammazzare. La belva si ripara nel bosco sacro. Esce un eremita accompagnato da un discepolo, e scongiura il re d'aver pietá di quella povera antelope. - O re, o eroi, le armi vostre sono destinate a salvare gli oppressi, non a sterminar gl'innocenti. - Dushmanta cede tosto al consiglio dell'eremita, e ripone nella faretra la saetta. Tanta docilitá in un monarca possente, giovine e vago di caccia č lodata gentilmente dall'eremita. - Degno č di te quest'atto, degno di te, o il piú illustre de' monarchi, degno invero d'un principe della stirpe di Puru(34). Possa tu veder crescere un tuo figliuolo che sia ornato dalle virtú e sovrano dell'universo! -
L'eremita annunzia a Dushmanta che nel bosco si sta per celebrare un sagrifizio; ed, invitatolo ad intervenirvi, si ritira.
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