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      Stagni di limpide acque, verdeggianti per le foglie della ninfea, le apprestino frescura nel suo viaggio; e rami ombrosi la difendano dai raggi infocati del sole. -
      SACONTALA. M'è dolce il pensiero di dover rivedere lo sposo mio; sí, m'è dolce... Eppure il piede mi vacilla nell'abbandonare questo bosco, questo asilo della mia giovinezza.
      PRIYAMVADA. Oh! non sei giá mesta tu sola. Or che il momento della tua andata è vicino, mira qui come ogni cosa è afflitta! L'antelope non istá piú brucando intorno al mucchiarello d'erba cusa. La paonessa non balla piú sul prato. Gli alberi del bosco lasciano cader pallide sul terreno le loro foglie; non hanno piú vigore, non hanno piú bellezza(47).
      SACONTALA. Padre mio venerando, contèntati ch'io parli a questo madhavi, i di cui fiori rubicondi infiammano il bosco.
      CANNA. So, figliuola mia, quanto l'ami.
      SACONTALA, abbracciando il madhavi: O la piú radiosa delle piante, ricevi l'amplesso mio e me lo rendi colle tue flessibili braccia. Da questo dí innanzi, benché lontana, sarò pur tua sempre. O padre, abbiti cara questa pianta; considerala come un'altra me stessa.
      CANNA. La tua amabilitá, o figliuola, ti ha procurato uno sposo che ti somiglia. Questo evento fu lungamente il desiderio piú vivo dell'anima mia. Ed ora che in me la sollecitudine per le tue nozze è finita, avrò cara questa tua pianta prediletta e la mariterò all'amra che manda fragranze vicino ad essa. Va', figliuola mia; pónti in viaggio.
      SACONTALA, accostandosi alle ancelle: Dolci amiche, questa pianta di madhavi sia un prezioso deposito nelle vostre mani.


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Scritti critici e letterari
di Giovanni Berchet
Laterza Bari
1912 pagine 282

   





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