Chiamato ad esercitare l'ufficio regio, il re raccoglie l'animo ed emana decreti savi. Il cuor suo č inclinato ad una beneficenza inusitata. - Chiunque d'ora innanzi rimarrá orfano troverá in Dushmanta un padre amoroso. A chiunque perderá alcuno de' suoi congiunti verrá in soccorso Dushmanta, e terrá luogo egli de' defunti(52). - S'intenerisce, torna al delirio, prorompe in un pianto dirotto, e sviene.
La ninfa, contenta del pentimento di Dushmanta, corre a consolare Sacontala. Un tumulto dietro la scena scuote il re dalla sua prostrazione. Č Madhavuya, l'amico suo, che grida d'essere rapito da un cattivo genio ed implora soccorso. Il re si leva in armi e libera l'amico. Mátali, auriga del dio Indra, aveva finto quel rapimento, onde provocare ad ira il re e toglierlo cosí all'acerbitá della sua afflizione. Mátali per ordine celeste intima a Dushmanta di andare a sconfiggere i figliuoli di Calanémi, i dčmoni Danavas, giganti indomiti. - Tu dči salire sul carro d'Indra. Vieni meco; io stesso ti condurrň alla battaglia. - Il re obbedisce; monta sul carro e parte.
ATTO VII
DUSHMANTA e MÁTALI nel carro del dio Indra.
(Si suppone ch'eglino sieno al di sopra delle nubi).
I fieri dčmoni, che muovevano assalto al trono del dio Indra, furono vinti e dispersi da Dushmanta. Indra ha ricompensato il vittorioso, facendoselo sedere a destra ed esaltandolo al cospetto di tutti gli abitatori dell'empireo. - Sorrideva - dice il re, - sorrideva il dio in veggendo lo stesso suo figliuolo Jayanta stargli tacito accanto ed agognar per sé quell'onore; e profumava intanto il mio seno colle fragranti essenze del sandalo(53) celeste, e cingeva il collo mio d'una ghirlanda di fiori cresciuti in paradiso.
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