Non va confuso cogli ordinari scrittori d'elogi chi recita e stampa le lodi d'un povero fraticello morto censessantacinque anni fa, chi con esse non mira a lusingare di rimbalzo la vanagloria viva e pagante d'un qualche discendente della famiglia onde emerse quel povero fraticello lodato. E però noi volentieri ci congratuliamo col signor dottore Sisto Tanfoglio dell'elogio letto da lui, sono tre anni, in un'adunanza dell'Istituto, e pubblicato ora colle stampe di Brescia. L'umile ma famoso monaco, di cui egli pigliò a parlare, meritava un encomio che fosse dettato dalla riverenza spontanea, non comandato dall'opportunitá di guadagnarsi un fautore. Colla sua intenzione ingenua il signor Tanfoglio pare a noi che abbia corrisposto degnamente al merito ingenuo di Benedetto Castelli.
Nella orazione che annunziamo poco ci viene detto delle particolaritá della vita, e molto degli studi di questo celebre matematico. "Nacque in Brescia nel 1577 da famiglia patrizia, ed ebbe a genitori Giambattista e Daria Castelli. Di diciotto anni si spartí dagli uomini, facendo voto di monacato in San Faustino di Brescia". Fu in Padova discepolo del Galileo, a cui si strinse di tenace amicizia. Fu professore di matematiche in Pisa. Nel 1628 andò a Roma, chiamatovi da Urbano ottavo, "che gli doppiò lo stipendio e lo dichiarò suo primo matematico. In Roma pubblicò la prima volta l'aureo trattato Della misura delle acque correnti"; ed ivi morí nel 1644.
È noto che Benedetto Castelli fu il primo che applicasse alle dottrine idrostatiche le geometriche, e che riducesse a scienza certa ciò che prima era abbandonato alla pratica.
| |
Sisto Tanfoglio Istituto Brescia Tanfoglio Benedetto Castelli Brescia Giambattista Daria Castelli San Faustino Brescia Padova Galileo Pisa Roma Urbano Roma Benedetto Castelli
|