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      Anzi ad essa crediamo appartengano per la piú parte quelli di avventure ricavate dalla storia moresca, e specialmente degli odii delle due fazioni de' Zegris e degli Abencerrages, dalle ultime sciagure del regno di Granata, superato poi e vinto dalle armi di Ferdinando e di Isabella nel 1492. Chiunque ha un cuore spontaneamente aperto alle impressioni poetiche, chiunque è educato da una critica liberale e non angustiata dagli scrupoli de' pedanti, trova nel Romancero general di che contentar di frequente il bisogno estetico dell'anima sua. In que' romanzi lo spirito arabo-ispano si manifesta nella sua originalitá; e la calda spiegazione di sentimenti veri ed originali abbonda sempre di poesia. In secondo luogo non è da negarsi che anche ne' componimenti de' poeti conosciuti per nome, e ricordati in parte, e censurati in generale qui sopra, rinvengonsi qua e lá pensieri ingegnosi, immagini opportune e tracce talvolta d'una rigogliosa freschezza di fantasia, che ne ristorano qualche poco della loquacitá erudita e della frequenza del concettizzare puerile: sono come le oasis incontrate dalla sitibonda carovana nel deserto. Una passione sentita davvero non può resistere poi sempre a palesarsi ne' modi comandati da abitudini assurde, tuttoché universali. E però in alcuni squarci, come a dire delle quattro canzoni del Macias, l'amore irrompe fuor de' soliti vincoli e dá qualche segno verace e bello della propria esistenza.
      L'amore e il Macias sono due parole che ne suscitano nell'anima una memoria di malinconia e di pianto.


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Scritti critici e letterari
di Giovanni Berchet
Laterza Bari
1912 pagine 282

   





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